Per cambiare veramente il mondo dobbiamo agire uniti: è ciò che hanno dimostrato dal 25 al 27 settembre oltre 2.000 persone in 17 paesi diversi, tutti affacciati sul mar Mediterraneo. La campagna di sensibilizzazione di Legambiente Clean Up The Med, promossa dal progetto europeo finanziato da Eni CBC Med dal titolo COMMON (COastal Management and MOnitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean sea), ha reso possibile la raccolta di 13 tonnellate di rifiuti marini dalle spiagge del Mediterraneo coinvolgendo l’opera di volontariato di circa 100 organizzazioni provenienti da Italia, Francia, Spagna, Algeria, Libano, Tunisia, Egitto, Palestina, Croazia, Cipro, Marocco, Malta, Giordania, Macedonia del Nord, Turchia, Libia e Grecia.

Se da un lato iniziative di tale portata vedono la partecipazione di un gran numero di volontari, il problema del marine litter, ovvero dei rifiuti marini, non smette di crescere. Dalle plastiche monouso ai mozziconi di sigaretta, da tamponi di cotone a guanti e mascherine legati all’emergenza Covid-19, emerge il chiaro bisogno di rafforzare le azioni di sensibilizzazione per la salvaguardia del nostro pianeta.

Come ha riferito Serena Carpentieri, vicedirettrice di Legambiente, le attività di pulizia durante l’iniziativa si sono svolte principalmente in spiagge situate in prossimità dei centri urbani. Quindi è chiaro quanto sia diffusa la scarsa attenzione individuale, ma è proprio grazie all’introduzione di politiche locali e nazionali che si può ridurre l’inquinamento delle spiagge. Quante volte avete assistito in prima persona alla scena in cui qualcuno getta un rifiuto per terra come se niente fosse? Ormai sembra essere diventata una consuetudine. Infatti in seguito all’indagine BEach CLEAN condotta dal progetto COMMON sulla gestione dei rifiuti, rivolta a rafforzare il legame fra turisti e strutture balneari, è stato rilevato che il 64% degli intervistati non sempre presta attenzione a differenziare i rifiuti e il 32% dichiara che in località turistiche non è possibile fare la raccolta differenziata con facilità. Come se non bastasse nei paesi del sud del Mediterraneo si è registrata negli ultimi anni una costante tendenza ad un aumento della produzione di rifiuti pro capite probabilmente favorito da una crescita della popolazione. Per questo, vista la situazione attuale, arrivare al punto di adottare politiche di produzione comuni e di consumo sostenibile a livello nazionale non solo è necessario, ma è d’obbligo.

Italia primo paese a vietare l’uso di plastica monouso

Almeno una nota di merito può venire accreditata al nostro paese: l’Italia sarà il primo paese a vietare l’uso di plastica monouso. Infatti è stato annunciato a fine settembre che verrà votata prossimamente in Parlamento italiano una legge che detta le norme in linea con la direttiva europea del 2019 (la quale vieta l’uso di plastiche monouso come piatti, cannucce e posate usa e getta). Addirittura è stato dichiarato dal ministro dell’ambiente Sergio Costa che il divieto verrà esteso a bicchieri monouso e palloncini, poiché pericolosi per pesci e tartarughe che vivono nei nostri mari. Di sicuro una svolta importante verso il cambiamento delle nostre abitudini.

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